Lo spartano Lisandro nel 404 a.C. nominò ad Atene trenta cittadini con l'incarico di elaborare una nuova costituzione filospartana a capo dei quali fu Crizia, discepolo di Socrate, letterato e da sempre militante nel partito contrario ai democratici.
Il governo dei Trenta (spesso mediante processi, arresti e omicidi):
- limitò il potere dei cittadini,
- non esitò a scagliarsi ingiustamente contro i meteci più ricchi per sequestrarne le ricchezze
- costrinse a morte (o all'esilio) gli esponenti del partito democratico per stroncare le opposizioni.
Appena un anno dopo Trasibulo, un democratico che si era rifugiato a Tebe, organizzò una rivolta e venne ripristinata la democrazia. la guerra civile era pressoché inevitabile e, benché l'intervento degli spartani stessi favorisse un compromesso tra le parti attraverso un'amnistia, lo scontro si risolse in una sequenza di processi politici che colpirono quanti si erano compromessi con i Trenta.
Tra le vittime illustri di queste condanne si ricorda Socrate condannato ufficialmente con l'accusa di corrompere i giovani con il suo insegnamento e non riconoscere gli dei e le leggi della città, ma in realtà a causa del suo rapporto con Alcibiade e, in particolare, con Crizia.
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